Pisticci

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Pisticci (Pesticium in latino- Pstizz in dialetto pisticcese) è il terzo comune della Lucania per numero di abitanti dopo Potenza e Matera ed anche il più popoloso della sua provincia (Mt).

Una teoria molto accredita sostiene che l'etimologia del nome Pisticci derivi dal greco Pistoikos, luogo fedele (da Pistis: fede e Oikos: luogo), tesi avvalorata dalla fedeltà dimostrata durante la guerra tra Taranto e Roma nel 291 a.C., in cui Pisticci fu l'unica città metapontina a rimanere fedele a Taranto.
Altra ipotesi vorrebbe il nome derivante da tardo latino Pesticium o dal basso franco Pestiz, entrambi terreno pascolativo. Il toponimo dialettale Pstizz, mostra una notevole assonanza fonetica con il termine francese, ma la natura del terreno su cui sorge la collina pisticcese la rende evidentemente poco adatta ai pascoli.

Conta una superficie di 231 km², classificandosi all'85º posto tra i comuni d'Italia più estesi e un'altitudine di 387 m s.l.m..
Sorge nella parte centro-meridionale della provincia e si estende tra i fiumi Basento e Cavone che separano il territorio pisticcese dai comuni di Bernalda (18 km) e Montalbano Jonico (24 km).
Ad est si affaccia sul Mar Jonio e confina ancora Craco (19 km), Ferrandina (23 km), Pomarico (24 km) e Scanzano Jonico (27 km).
Dista 47 km da Matera e 92 km da Potenza.  Delle frazioni di cui Pisticci si compone le più rilevanti sono, Marconia, Pisticci Scalo e Tinchi, a cui si aggiunge Marina di Pisticci, la crescente località turistica.

Le tre colline su cui sorge il centro storico sono situate nella parte occidentale, dove il terreno è prevalentemente argilloso e i versanti sono caratterizzati da profonde scanalature, i calanchi. A causa della natura del terreno, Pisticci è stata spesso interessata da fenomeni di dissesto idrogeologico e frane.
Nella parte orientale si estende un altopiano che digrada dolcemente verso la pianura metapontina e verso gli 8 km di costa, limite comunale sul mar Jonio.

L'abitato ha la forma di una S, formando una sorta di anfiteatro naturale, caratteristica per la quale, data la sua posizione strategica e dominante, è denominata il “balcone sullo Jonio” o “l'anfiteatro sullo Jonio”.

 

I primi insediamenti in territorio di Pisticci risalgono al X secolo a.C. ad opera degli Enotri e sono testimoniati da diverse necropoli.
Successivamente l'area venne colonizzata dai Greci e divenne un importante centro del territorio di Metaponto. Tra il V e il IV secolo a.C. vi visse e operò il cosiddetto Pittore di Pisticci, primo ceramografo italiota ad aver adottato in Magna Grecia la produzione di vasi a figure rosse.
Dopo la sconfitta di Taranto, Pisticci passò sotto la dominazione romana e diventò un importante centro agricolo.
Intorno all'anno 1000 i Normanni costituirono il feudo di Pisticci.
Nei primi anni dell'Ottocento fu particolarmente cruenta l'azione del brigantaggio su tutto il territorio.
Nel 1808 fu soppresso il regime feudale e nel 1861, entrata a far parte del regno d'Italia diventando municipio. A cavallo tra l'Ottocento e il Novecento si ebbe la prima grande ondata migratoria soprattutto verso le Americhe.
Durante il periodo del fascismo, Pisticci concorse con Matera per divenire capoluogo provinciale, titolo poi assegnato alla città dei Sassi nel 1927.
Nel territorio di Pisticci fu realizzato dal regime un campo di confino per antifascisti impiegati per disboscare e bonificare la malarica e paludosa pianura metapontina.
In onore di Guglielmo Marconi questo campo venne chiamato "Villaggio Marconi" ed oggi è la popolosa frazione di Marconia, che ospita circa la metà dell'intera popolazione comunale.

 

 

Monumenti e luoghi d'interesse

La chiesa Madre dei santi Pietro e Paolo
Sorge sui resti di una chiesa preesistente del 1212, di cui rimane il campanile con due ordini di bifore. L'attuale edificio fu terminato nel 1542, con la costruzione di altre due navate oltre a quella della chiesa precedente ed è opera dei Mastri Pietro e Antonio Laviola, fratelli mantovani in fuga dalla loro città natale perché accusati di omicidio che si stabilirono a Pisticci.
Di stile romanico-rinascimentale, con tetto a doppio spiovente e pianta a croce latina, si compone di tre navate e all'incrocio tra la navata principale e il transetto si erge una grande e alta cupola emisferica. Le navate laterali ospitano cappelle e altari barocchi che furono edificati sopra gli ipogei dove venivano seppellite personalità importanti nella vita del paese. Gli altari sono intagliati in legno e dorati, con incastonate tele e statue di cartapesta attribuite a Salvatore Sacquegna.

Alle pareti si notano alcune tele di stampo caravaggesco attribuite a Domenico Guarino del XVIII secolo tra cui quelle rappresentanti la Madonna del Carmine e la Madonna del Pozzo e altre raffiguranti i Misteri del Rosario.

L'Abbazia del Casale
Presumibilmente costruita intorno al 1087 sui ruderi di un antico cenobio greco -bizantino l'abbazia, è dedicata alla Beata Vergine Maria .
Il complesso è in stile romanico pugliese costruito in pietra locale ed è stato uno dei santuari del Giubileo del 2000. La statua della Vergine è una scultura in legno del XII secolo incoronata da papa Giovanni Paolo II il 27 aprile 1991 a Pisticci davanti ai fedeli lucani.

Altre chiese
Chiesa dell'Immacolata Concezione: piccola chiesa edificata intorno al XVI secolo. Ha pianta a croce latina e uno splendido soffitto ligneo a carena di nave, dipinto a tempera con decorazioni floreali e figure sante. L'altare è in stile barocco.
Chiesetta della Madonna di Loreto: già esistente nel Cinquecento e ampliata nel Ottocento, ospita una statua attribuita allo scultore Salvatore Sacquegna.
Chiesa di Sant'Antonio o del Convento: si affaccia sulla piazza centrale del paese. Fino al 1860 era parte del convento di Santa Maria delle Grazie, i cui locali furono destinati a municipio. Si compone di tre navate e al suo interno vi sono altari barocchi e in marmo di Carrara, affreschi e numerosissimi dipinti tra cui uno di Andrea Vaccaro.
Chiesa di San Rocco: costruita tra il 1930 e il 1934 su progetto dell'architetto Ernesto Lapadula sulla chiesa preesistente del Purgatorio. Costituita da tre navate ospita un ciclo di affreschi sulla vita di San Rocco realizzato nel 1940 e la statua del santo patrono, laminata in oro. Interessante in quanto primo esempio in Italia di stile novecento applicato ad un edificio religioso.
Chiesa di Cristo Re: fondata intorno agli anni sessanta. È una struttura moderna abbellita da mosaici in oro. Sopra la chiesa si erge maestoso Cristo Re.
Chiesa di San Leonardo: fondata intorno all'anno 1000 dai Normanni. Restaurata recentemente si trova fuori dall'abitato di Pisticci in c/da "San Leonardo". All'interno si può ammirare una bellissima statua del santo. È una rettoria della Parrocchia Cristo Re.
Chiesa di S.Pietro Martire ubicata fuori dal centro abitato di Pisticci in c/da Ficagnole. All'interno si può ammirare la statua degli inizi del 900, dell'omonimo santo. È una rettoria della Parrocchia Cristo Re.
Cappella della Madonna delle Grazie: poco distante dal centro abitato, l'interno presenta un altare con la statua della Maria SS. delle Grazie.

Monumenti
Piazza Umberto I: è la piazza centrale del centro storico di Pisticci, nella quale è posizionata la Chiesa Parrocchiale di Sant'Antonio da Padova e la sede del Tribunale.
Piazza Plebiscito
Piazzetta di Sant'Antuono con fontana e Chiesetta dia Sant'Antonio Abate, è la sede del mercato cittadino.
Piazza Elettra: è la piazza centrale della frazione Marconia, intitolata alla figlia dello scienziato Guglielmo Marconi da cui la cittadina prende il nome, è interessante in quanto tipico esempio di centro abitato fascista nato in seguito alla bonifica delle paludi e presenta quindi la torre littoria al centro circondata dagli edifici del fascio e dalla chiesa, tutto costruito secondo le proporzioni auree.

Palazzo De Franchi: in stile rinascimentale, è caratterizzato da un loggiato a quattro arcate a tutto sesto. Imponente il portale, costruito in blocchi di pietra bianca, sovrastato dallo stemma nobiliare.
Palazzotto o Palazzocchio: costruito tra il 1528 e il 1571 dai mastri Pietro e Antonio Laviola (gli stessi che lavorarono alla Chiesa Madre), venne denominato Palazzocchio per la sua posizione dominante. Ospita un archivio del Cinquecento.
Palazzo Giannantonio: che attualmente ospita il Municipio. Di stampo cinquecentesco è stato tuttavia completato solo nel 1695. Interessanti il portale monumentale con cancello in ferro battuto intarsiato e la corte interna con cisterna.

Il castello di San Basilio
Fu costruito come masseria fortificata intorno al VII secolo dalla comunità monastica dei basiliani. Divenne poi feudo normanno assumendo sempre più le caratteristiche di un castello con la costruzione del torrione centrale. Dai feudatari normanni fu in seguito donato alla comunità benedettina dell'abbazia di Santa Maria del Casale di Pisticci.
Torre Bruni: torre cilindrica, ritenuta antichissima, anche se se ne ignora la data di costruzione. Secondo una leggenda, per un breve periodo, vi trovò anche rifugio Bruto dopo la congiura contro Cesare.

Siti archeologici [modifica]

Sulla riva destra del Basento sono emersi i resti di un villaggio enotro risalente al IX secolo a.C. e di uno greco di fase successiva costruito sul precedente.
La scoperta dell'area e gli scavi iniziarono nel 1970, affidati all'Università di Milano nel 1973, sono visitabili, mentre gli oggetti e i vari reperti rinvenuti nei dintorni sono esposti al Museo Archeologico Nazionale di Metaponto.

Lingue e dialetti

Il dialetto pisticcese è un tipico dialetto meridionale dell'area lucana, di derivazione prevalentemente greca e latina con influenze di spagnolo e francese derivanti dalle varie dominazioni subite.
Sono presenti anche termini di impronta anglosassone, portati dagli emigranti tornati d'oltreoceano.
Definito un "dialetto cantante" perché caratterizzato da una fonetica che inclina spesso alla cantilena.
Esisteva una ricca tradizione basata sul canto funebre: a nnaccarat, manifestazioni davanti alle spoglie del defunto che stemperavano il parossismo fisico dell'autopercuotimento e del ferimento a sangue del volto in autentiche creazioni poetiche intese a far rivivere il morto, lodandone la grandezza in vita e le gesta.
Il dialetto originario è in disuso, sostituito dalla forma inflazionata dall'Italiano presente oggi. Rimangono tuttavia molti elementi del dialetto puro, soprattutto alcuni termini o forme verbali.

Il costume femminile
L'abito femminile pisticcese è riportato sull'etichetta dell'Amaro Lucano.
Si tratta della pacchiana: una gonna di panno scuro a pieghe larghe chiamata vunnèdd legata da una cinta (u cinte) che poggia sulle anche e sulla quale è presente u senale di seta nera ed un corpetto finemente ricamato (u sciupp).
A vunnèdd era tipica delle giovani donne che venivano iniziate a questa forma di vestizione in corrispondenza della loro uscita dall'adolescenza, come segno del loro essere pronte al matrimonio.
Una stola scendeva per le spalle e copriva il petto, a sciarpett, di colore bianco, come bianco era il colore delle maniche della camicia, gonfie, finemente orlate di pregiati merletti, eventualmente avvolti da un nastro di seta nero, u lutte. Completavano il vestito u sciuppe, corpetto in velluto ornato di frange e ricami e u panne, copricapo di lana o seta.
Carlo Levi lo cita nel suo romanzo Cristo si è fermato ad Eboli, celebrandone la ricchezza e lo sfarzo rispetto a quello locale di Gagliano (Aliano), suo luogo di confino.

Il costume maschile
Il vestito tipico dell'uomo era composto da pantaloni di stoffa di fustagno corti, allacciati sotto il ginocchio con una ghette: una giacca ampia alla cacciatora in fustagno e velluto e una camicia di tela con pistagna senza colletto coperta da uno smanicato. Completava l'abbigliamento un cappello a tese dure. D'inverno si usava come riparo dal freddo un mantello a ruota.

Eventi

Tra gli eventi organizzati durante tutto l'arco dell'anno quello di maggior rilevanza per la comunità pisticcese è la festa patronale di San Rocco che si svolge tra il 15 e il 18 agosto.

 




 
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