Castel Lagopesole (comunemente Lagopesole, "Lu
Cuastiedd" in aviglianese) è una delle frazioni di Avigliano, in provincia
di Potenza, che conta 652 abitanti.
Lagopesole è nota per il suo passato svevo, legata
alle figure di Federico II e di suo figlio Manfredi ma anche per
essere stato uno dei luoghi di rifugio dei briganti guidati da
Carmine Crocco.
Castel Lagopesole sorge lungo la SS 93 e dista da Potenza circa
27 km (nord) e circa 33 km da Melfi (sud).
L'origine del nome deriva dalla presenza del lago omonimo nei pressi dell'abitato
(Lacus Pensilis), prosciugatosi all'inizio del Novecento.
Lagopesole, tra l'VIII e il X secolo, svolse una funzione militare
per il controllo dell'antico tracciato della via
Herculea, che collegava Melfi a Potenza. Il centro
fu conquistato dai saraceni, i quali, per diversi storici, iniziarono
a costruire il castello. La struttura subì ampliamenti da parte
dei normanni e ivi venne ospitato Ruggero II nel 1129, il papa Innocenzo II (che
nel 1137 si riconciliò con l'abate Rinaldo di Montecassino) e l'imperatore Lotario
III.
In epoca sveva, Lagopesole (assieme a Melfi e
Palazzo San Gervasio) fu residenza di caccia di Federico II.
Il sovrano fece ampliare il castello dal 1242 al 1250, probabilmente l'ultima fase
di costruzione del maniero. Anche il figlio Manfredi e la moglie
Elena d'Epiro soggiornarono spesso qui, privilegiando il castello
come sua dimora principale.
Decaduta la dinastia sveva, ci fu l'insediamento
da parte degli angioini, rendendo Lagopesole la
loro residenza estiva.
Dopo gli angioini, la frazione iniziò a vivere un periodo di decadenza. Divenne
feudo dei Caracciolo nel 1416 e poi dei Doria nel 1530 che ne rimasero i legittimi
proprietari fino al 1969. Durante il brigantaggio, Lagopesole
fu assediata dalle bande di Carmine Crocco e il castello
divenne il loro rifugio.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, la frazione fu in corsa con Filiano
(allora frazione) per diventare comune autonomo dalla città di Avigliano. Nel 1951
la scelta cadde su Filiano.
Museo etnografico
Allestito presso l'Istituto Professionale per l'Agricoltura e l'Ambiente di Lagopesole
raccoglie testimonianze della civiltà contadina locale, offrendo
un immaginario di usi, costumi, tradizioni, arti e i mestieri della popolazione
castellana. Attraverso la visione di questi reperti si può capire e vivere l'atmosfera,
i valori e i principi che hanno caratterizzato la civiltà contadina locale.
Curiosità - Cinema
Lagopesole è stata uno dei luoghi di ripresa per lo sceneggiato televisivo Il generale
dei briganti (2012) di Paolo Poeti.
Il castello di Lagopesole, luogo federiciano per eccellenza, sorge
su un altura che domina la sottostante Valle di Vitalba ed è raggiungibile
percorrendo la strada che da Potenza conduce a Melfi.
Il castello di Lagopesole è considerato una delle ultime residenze
volute dall'imperatore Federico II di Svevia in
terra di Lucania, realizzata tra il 1242 e il 1250; è considerato un'imponente testimonianza
di architettura fortificata medievale all’interno della quale suscita interesse
la presenza di una cappella palatina, caso alquanto raro e singolare per una costruzione
voluta dallo Stupor Mundi.
Nella sua forma odierna Il castello si presenta come un massiccio
blocco rettangolare i cui ambienti, articolati su due piani, si distribuiscono intorno
a due cortili, uno maggiore di epoca altonormanna, sul quale si affacciano i saloni,
le stanze di rappresentanza, adornate con splendidi capitelli raffiguranti la flora
e la fauna del territorio circostante e la chiesa, e uno minore, che accoglie nel
mezzo il donjon che nell'antichità era destinato ad attività di servizio.
L'aspetto attuale è frutto di numerosi rifacimenti. Gli architetti svevi
aggiunsero all'edificio di età normanna nell'ala nord una sala per l'ascolto della
musica e alcuni camini e una scala nell'ala ovest, mentre iniziarono ex novo l'edificazione
del donjon, ultimo baluardo di difesa, nel cortile minore, utilizzando come materiale
le pietre estratte da una cava realizzata nello stesso cortile.
Da notare la compattezza tipica di queste strutture: solo tre feritoie si aprono
sulle pareti sud, est ed ovest, mentre su quella nord c'è l'unico possibile accesso,
a circa quattro metri dalla quota di calpestio, cui corrispondono due grandi mensole
in pietra (probabili basi d'appoggio per un passaggio mobile) ed altre due mensole
figurate nella parte superiore.
Il cortile maggiore, risalente all'ampliamento iniziato da Federico II di Svevia
nel 1242 sui resti di precedenti costruzioni normanno-sveve (a scopo militare) ed
angioine (a scopo residenziale), include una vasta cisterna ed una grande cappella,
una peculiarità che contraddistingue questo castello da tutti gli
altri attribuiti a Federico II di Svevia. La presenza di una chiesa e non di una
semplice cappellina è l'unico esempio tra tutti quelli risalenti
a quell'epoca imperiale. La chiesa, in un austero stile romanico
che i restauri effettuati negli ultimi anni del XX secolo hanno portato alla luce
e consegnato ai posteri nel suo originario splendore, ha un'abside semi circolare
e l'entrata decorata con il motivo dei denti di sega, tipico dell'età angioina.
Il castello fu dimora ideale di Manfredi, figlio di Federico II,
che privilegiò Lagopesole alla capitale del suo regno, Palermo.
Lo stato presente del castello, restaurato negli anni novanta,
riflette le modifiche apportate al progetto normanno-svevo da Carlo I d'Angiò, che
utilizzò il castello soprattutto come prigione di lusso (vi rinchiuse fino alla
morte Elena Angelo Comneno di Epiro, moglie di Manfredi, e i suoi figli).
Nell'800 il castello fu rifugio dei briganti capeggiati da Carmine Crocco,
che il 7 aprile 1861 lo occupò con 400 uomini.
Il castello, oggi proprietà demaniale e sede del Corpo Forestale
dello Stato, ospita numerose attività culturali e dal 2000 accoglie l'Antiquarium
realizzato con i materiali medievali rinvenuti durante le campagne di scavo effettuate
nel cortile minore. Nel 2012 viene scelto come set per la fiction Il generale dei
briganti di Paolo Poeti.