Barile

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Barile (Barilli in arbëreshë, Barìlë in dialetto lucano), 3.018 abitanti, comune lucano in provincia di Potenza.

Di origine greco- albanese, insieme a Ginestra, Maschito, San Costantino Albanese e San Paolo Albanese, Barile conserva ancora le tradizioni etno-linguistiche arbëreshë, la consapevolezza critica della propria identità etnica e culturale. Feudo prima dei Caracciolo e dopo dei Carafa, mantenne il rito greco- bizantino fino al XVII secolo. È parte integrante dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio e dell'Associazione Nazionale Città del Vino.

Situato nell’area del Vulture, Barile sorge a 664 m s.l.m., su due colline tufacee separate da un burrone, confina con i comuni di: Rionero in Vulture (3 km), Atella (sul Monte Vulture), Ginestra e Rapolla (7 km), Ripacandida (12 km), Venosa (16 km), dista 51 km da Potenza e 107 km da Matera.

Non si hanno informazioni certe sull’origine del nome, alcuni ritengono che derivi da Barrale o Barelium, termine che indicava i dazi sui greggi; altri dai barili di legno, usati per conservare il famoso vino coltivato nella zona (Aglianico del Vulture). Ad avvalorare quest’ultima tesi lo stemma che illustra un barile fra due alberi d'abete e un grappolo d'uva.

La zona di Barile fu popolata in tempi antichi da una colonia di greci.
La prima colonia greco- albanese,detta"Arbëreshë", arrivò con molta probabilità nel 1477 e fu soprannominata colonia di Clefiti.
La seconda, definita dei "Coronei" perché provenienti da Corone, arrivò intorno al 1534, a seguito di una pestilenza che li costrinse ad abbandonare la propria città d’origine e si stanziò sulla stessa collina scelta dagli Arbëreshe precedenti.
La terza giunse nel 1597, composta da circa trenta famiglie di Coronei provenienti da Melfi, stanziatisi a Barile dopo numerose ostilità con la popolazione melfitana, mentre la quarta arrivò intorno al 1675, detta dei "Mainotti", provenienti da Laconia e da Maina, l'antica Leuctra. Furono chiamati anche "Camiciotti", per la camicia nera che indossavano.
Nell'anno 1664, la popolazione di Maida in Albania, migra verso Barile, dando vita all’ebbesima migrazione.
Feudo prima dei Caracciolo e poi dei Carafa, mantenne il rito greco fino al XVII secolo, e conserva ancora alcuni riti di origine ortodossa e costumanze di origine albanese.

Nel 1861 il paese divenne parte integrante del brigantaggio lucano, con personaggi di spicco Michele Volonnino e Caporal Teodoro, uomini fedeli a Carmine Crocco che si opposero al governo sabaudo di Vittorio Emanuele II che si era da poco insediato.
Il 23 luglio 1930, Barile, come tutta l'area del Vulture, venne danneggiata da un forte terremoto (terremoto del Vulture), che colpì le province di Avellino e Potenza.

Il centro storico è una delle mete più affascinanti di Barile. Archi, portali, strade lastricate in pietra caratterizzano il paese.
Da segnalare la Fontana dello Steccato, con le sue figure apotropaiche.
Il monumento raffigura tre teste con figure apotropaiche che, secondo la stessa etimologia, avevano il compito di tenere lontane dalla fontana influenze magiche e maligne. Nella parte superiore è visibile uno stemma su cui è scolpita la Madonna di Costantinopoli con il Bambinello.

Fra le architetture religiose la Chiesa della Madonna di Costantinopoli, Protettrice di Barile, costruita intorno alla metà del XVII secolo. Secondo la tradizione, la Madonna apparve in sogno ad un contadino e gli indicò il luogo in cui scavando avrebbe trovato la sua immagina dipinta sul tufo.
All’interno è conservato un affresco murale della Madonna in stile bizantino del XIV secolo.
Alla protettrice della città è dedicata anche la Chiesa Madre, in cui si trova un dipinto bizantino del XV secolo, che rappresenta la Madonna di Costantinopoli ed una tela del XVII secolo, raffigurante la Madonna trafitta da sette stilette.
Da segnalare anche la chiesa di Sant'Attanasio e San Rocco, costruita probabilmente nel 1640, come indicato dal quadro sulla volta sovrastante la volta maggiore.I terremoti del 1931 e del 1980 procurarono danni alla struttura, più volte restaurata.
All'interno della chiesa si conservano quattro dipinti del 1640 di scuola napoletana. Una tela raffigurante la Madonna del Carmine, realizzata sul finire del Settecento è conservata invece nella chiesa dell'ex convento dei carmelitani di Santa Maria del Carmine.

A nord-est del paese, alle spalle delle famose cantine, si trova la zona denominata Sheshë (letteralmente "Piazza" in arbëreshë), un massiccio collinare caratterizzato da una miriade di grotte scavate nel tufo adibite soprattutto in passato a depositi per la custodia del vino.
A valorizzare lo straordinario scenario dello Sheshë fu nel 1964 Pier Paolo Pasolini che girò alcune scene del film “Il Vangelo secondo Matteo” sullo sfondo naturale delle cantine. Ad ispirare Pasolini fu probabilmente l'aspetto geofisico del paesaggio per certi versi simile a quello palestinese.
Nel mese d'agosto tra queste Cantine si svolge “Cantinando Wine & art", evento culturale in cui le più svariate forme d'arte come musica, pittura, cinema, scultura si incontrano con l'Aglianico e diversi prodotti gastronomici tipici della zona.

La Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo è un evento molto sentito dalla comunità. Barile ogni anno rivive la commemorazione della Via Crucis, grazie ad una tradizione secolare che vede nella cittadina la perpetuazione di una manifestazione religiosa del calvario e morte di Cristo.
Accanto alle drammatiche scene di dolore e passione convivono elementi originali, in cui la realtà storica concede il passo alla fantasia popolare.
La partecipazione popolare è vivissima, coinvolge circa 126 persone, 25 gruppi di personaggi percorrono per quattro ore le vie del paese. Il corteo si chiude con la presenza delle statue del Cristo Morto e dell'Addolorata, preceduti dal sacerdote che invita i fedeli alla preghiera ed alla meditazione dei misteri.
Nella rievocazione della passione di Cristo, grande significato è affidato all'oro che copre i simboli e riveste i personaggi. Sembra quasi che si vogliano rappresentare statue piuttosto che figure reali. L'oro è il motivo ricorrente della manifestazione: copre le croci e gli abiti bianchi delle "tre Marie", bimbe che simboleggiano purezza e innocenza, le braccia impastate della Veronica, impreziosisce le dita dei sacerdoti del Sinedrio; "veste" la zingara, personaggio singolare che, secondo la tradizione popolare, ha acquistato i chiodi per la crocifissione. Zingara e Moro, altro personaggio, simbolo rappresentativo del male, sono fra i pochi personaggi che si muovono nel corso della processione, ostentando indifferenza e persino allegria nel generale clima di tragedia.
A partire dal periodo natalizio la ragazza che interpreterà la zingara, solitamente bruna e mediterranea raccoglie gli ori delle famiglie del paese, per realizzare un corpetto ricchissimo. In occasione della sacra rappresentazione se ne riempie le dita e le braccia, i capelli e il collo e, ridendo sfacciata dinanzi all'Ecce Homo insanguinato, regala alla gente ceci e confetti, estraendoli da un cestino rosso-lussuria in cui occhieggiano, sinistri, i chiodi della crocifissione. Malvagità e bellezza, empietà e ostentazione, sensualità e arroganza si identificano in una rappresentazione fisica, femminile, del male..
E’ difficile non leggere in questo gusto opulento dell'oro anche le tracce del passato orientale, dei fulgori da chiesa ortodossa ancora vicini al popolo albanese la cui patrona è dai tempi della diaspora la Madonna di Costantinopoli.

Il comune di Barile può vantare trascorsi cinematografica, essendo stato scelto per l’ambientazione di film come “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini del 1964 e “Un giorno della vita” di Giuseppe Papasso del 2011.

Barile è rinomata per la produzione dell'Aglianico del Vulture, vino pregiato e conosciuto a livello nazionale, prodotto in quasi tutta l'area del Vulture.
Il comune ha ospitato due sagre dedicate a questo vino: l'Aglianica, legata alla degustazione di vino e di altri prodotti tipici locali e Cantinando.
Elevata è la produzione di “Olio del Vulture” che nel 2005 ha ottenuto il riconoscimento DOP Tipici della zona sono anche i funghi tartufati sott'olio e le castagne del Vulture.

 

Tradizioni e folclore

19 marzo - Festa di San Giuseppe
Venerdì Santo - Via Crucis con personaggi viventi.
13 giugno - Festa Patronale della Madonna di Costantinopoli
13 giugno - Festa di Sant'Antonio nella Parrocchia di San Nicola Vescovo.
15 giugno - Benedizione del pane e degli animali domestici davanti alla Chiesa dei SS. Attanasio e Rocco
24 giugno- Battesimo delle bambole
29 giugno - Festa in onore di S. Pietro e Paolo (R. Stazione)
16 luglio - Festa in onore della Madonna del Carmine (R. Convento)
15/16 agosto - Festa dell'Assunta e di S. Rocco
17, 18, 19 agosto - Cantinando
24 dicembre - Presepe vivente

 




 
Potenza
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Matera
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